giovedì 27 marzo 2014

"...davanti all'estrema nemica non serve coraggio o fatica..."

Farina cccv (chell ch 'c vò), equivalente di qb (quanto basta), concetto astratto di quantità immaginaria per cuochi liberalisti, rivoluzionari, innovativi, poco propensi ad attenersi alle regole.

Uova 4/5/6... quant'è vero che i numeri sono infiniti. A casa nostra vinceva l'interpretazione personale. In nome dell'individuo.

Zucchero na 'nzign (un po), non troppo, non poco, alternativa a cccv.

Fecola ccsr (chell ch 's raccoj), potrebbe apparire, di primo acchitto, un quantitativo indefinito. Non c'è in natura metro di misura più preciso, “quella che si raccoglie” è una quantità che decide l'impasto. Noi siamo spettatori della ricetta che si autocompie.

Latte nu bicchierucc (un bicchiere di piccole dimensioni), a casa nostra non è mai esistito contenitore più piccolo del boccale da vino. Ci sono misteri che rimangono tali anche all'interno del nucleo familiare.

Limone solo buccia, chiedi a Stefano... che da noi voleva dire, non ti fare fregare dal fruttivendolo... “fatti dare un limone buono”.

Lievito “angeli”, quando la qualità ha più importanza della quantità.

180° (a metà che sennò s'abbruc), 45 minuti.

Mi risbuchi nella cartellina dei dolci, pure qui. Da viva saresti stata capace di schiattare in un dipinto (tanto non riuscivi ad esser felice, mai), ora che sei morta... sei ovunque. Ho sentito il profumo della tua ciambella, come potrei mai riuscire a rifarla uguale?! E' un'alchimia di quantità e ingredienti introvabili (Stefano ha chiuso ormai).
Prepara il ciambellone nò.
Pensa a tutto tu.