Farina cccv (chell ch 'c vò),
equivalente di qb (quanto basta), concetto astratto di quantità
immaginaria per cuochi liberalisti, rivoluzionari, innovativi, poco
propensi ad attenersi alle regole.
Uova 4/5/6... quant'è vero che
i numeri sono infiniti. A casa nostra vinceva l'interpretazione
personale. In nome dell'individuo.
Zucchero na 'nzign (un po), non
troppo, non poco, alternativa a cccv.
Fecola ccsr (chell ch 's
raccoj), potrebbe apparire, di primo acchitto, un quantitativo
indefinito. Non c'è in natura metro di misura più preciso, “quella
che si raccoglie” è una quantità che decide l'impasto. Noi siamo
spettatori della ricetta che si autocompie.
Latte nu bicchierucc (un
bicchiere di piccole dimensioni), a casa nostra non è mai esistito
contenitore più piccolo del boccale da vino. Ci sono misteri che
rimangono tali anche all'interno del nucleo familiare.
Limone solo buccia,
chiedi a Stefano...
che da noi voleva dire, non ti fare fregare dal fruttivendolo...
“fatti dare un limone buono”.
Lievito “angeli”,
quando la qualità ha più importanza della quantità.
180°
(a metà che sennò s'abbruc), 45 minuti.
Mi
risbuchi nella cartellina dei dolci, pure qui. Da viva saresti stata
capace di schiattare in un dipinto (tanto non riuscivi ad esser
felice, mai), ora che sei morta... sei ovunque. Ho sentito il profumo
della tua ciambella, come potrei mai riuscire a rifarla uguale?! E'
un'alchimia di quantità e ingredienti introvabili (Stefano ha chiuso
ormai).
Prepara
il ciambellone nò.
Pensa
a tutto tu.