Al guardaroba. Solo al guardaroba.
E' così piccola che mi arriva a
malapena alla spalla, alle sue ossa appartiene quella minuzia offesa,
riconoscibile da ogni senso. A me sembra un fiore mai sbocciato,
racchiude in se tutto lo splendore della natura, madre natura che
rimarrà celata per un tempo infinito. Quello della malattia. Nei
suoi gesti fieri riconosco l'importanza di avere un ruolo, un
obiettivo da seguire, giorno per giorno... legge fumetti - “dodici
pagine, sono stanca davvero! - , mangia merende - che immagino
confezionate dalle mani di una madre con occhi umidi, protettiva,
rassegnata - , ride di ciò che lei stessa dice - e capisce- e io
tengo incollata la mia mano lungo il fianco per impedirle quella
carezza fuori luogo. Probabilmente un bisogno solo mio, dettato da
un egoismo travestito da compassione. E poi canta, canta canzoni che
io non conosco - che forse inventa - che i molti non ascoltano, che
alcuni non sopportano. Ed è un'unica, lunga, melodia che non ha
inizio e non ha fine, è un'amica - forse la sola?! - che le tiene
compagnia in quel posto labirintico che è il suo pensiero. Ogni
volta come fosse la prima, ripeto a me stessa che non c'è nulla da
capire, che quel che io percepisco come dolore, solitudine,
impotenza, può esser un vivere quieto, sereno. Nelle infinite
combinazioni noi andiamo, veniamo, ci mischiamo gli umori... come le
nuvole di De Andrè - “per una vera, mille sono finte” - e rischi
di “non riconoscere più il posto dove stai”.
- E chi sei -
- E cosa vuoi...-
RispondiEliminaLa vita ha il potere di esplodere e fare male anche senza detonatore, quando è solo un continuo massacrarsi le gengive...
mi lasci come sempre senza parole....
RispondiEliminaLa solitudine non ha, a priori, alcuna connotazione positiva o negativa.
RispondiEliminaLa solitudine è il duale della socialità. Senza l'una l'altra non ha senso.
Senza scelta dell'una l'altra non ha valore ne disvalore.
Puoi essere sociale solo se puoi essere solitari* e viceversa.
:)