“Libertà l'ho vista dormire nei
campi coltivati, a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un
filo spinato...”
Io rivedo e ritrovo ovunque le cose che
amo. E succede che giro in questa città che mi è ancora del tutto
sconosciuta -e che probabilmente non conoscerò mai davvero,
abbastanza- e mi stupisca di due corpi sovrapposti, distesi su di un
erba accecante di vita. E' il vortice del bene, è un senso di vivere
compiuto, un bisogno bilaterale di unione... è “solo” un
abbraccio.
E' l'abbraccio di due mani enormi,
hanno vene a rilievo che sembrano canali d'acqua su di un campo
coltivato. Ne hanno lo stesso profumo. Io ci sento dentro la vita,
per il loro ricordo varrà sempre la pena di vivere.
E' l'abbraccio di una donna
giovanissima, braccia sottili e olivastre che profumano di tabacco e
sicurezza. Ogni notte le cercherò invano, sono e saranno sempre lì
per me.
E' l'abbraccio di un manto caldo e
soffice, esso cresce sul mio petto giorno dopo giorno. Non ci sarà
mai distacco per due cuori che hanno battuto all'unisono.
E' l'abbraccio dell'addio, quello dato
“in tempo” o “troppo tardi”. Quello che ha un inizio e mai
una fine.
E' l'abbraccio autonomo, quello della
sopravvivenza giornaliera.
Mi passano tutti davanti i miei
abbracci e nel vederli addosso agli altri mi scappa un sorriso.
Manca solo un abbraccio, ora.