venerdì 12 dicembre 2014

Waiting for Christmas

Il Natale è una festività crudele, l'ho pensato qualche giorno fa girando tra le bancarelle di questa città. Il Natale non lo puoi ignorare, ti gira intorno con i suoni, i colori, gli odori... sfido chiunque a farselo scivolare addosso. Soprattutto se l'hai amato. Una Pasqua la potrei quasi saltare a piedi pari, chiudo un occhio su di una colomba, ignoro un uovo di cioccolato al supermercato, ma il Natale... come si fa con il Natale?! La gente è stramaledettamente felice di comprare/mangiare/stare insieme. Le persone cercano tra le bancarelle il giusto regalo, io cerco dentro la festività le persone. Quelle che se ne sono andate una dopo l'altra, quelle che potevano pure andare via un po alla volta... che mica si fa così?! Mica si va via in gruppo. Non vale. E io mo che me ne faccio del Natale?
E insomma ero immersa nella malinconia soffocante di questi pensieri quando mi sono sentita felice, felice di aver avuto la forza di cambiare (ancora una volta) le cose, felice di essermi venuta a prendere ciò in cui credevo, di aver trovato una dimensione che mi faccia star bene nel corpo e nella mente. E sarà pure un Natale un pò più vuoto (un bel po più vuoto), ma è un Natale che io mi sono sudata e guadagnata. Oggi festeggio il Natale che vorrei, quello che mi sto costruendo.