giovedì 27 febbraio 2014

Sei quercia nei miei pensieri

Ti riportiamo a casa.
E tu sai che questa è la via del ritorno: riconosci gli odori ed i colori, tutto intorno ti urla familiarità. Tutto intorno è intatto, nulla più è come prima. Manchi tu nel tuo corpo stravolto, e c'è la casa, e c'è la terra, e non c'è più la tua abitudine. La tua vita è fuggita via, s'è portata dietro tutto quello che ti rendeva un uomo. Un uomo nella sua casa.
Io, seduta, guardo te, cerco nei tuoi occhi quella lucidità che è sempre stata ancora di salvezza. Per te, per me, per questa famiglia striminzita, minuscola, retta da quattro anime in croce. 
Potentissimo legame di micromondi assoluti. 
Fai cenno di si con la testa, sei arrivato e ti sento perso, lontanissimo. Vorrei cavarmi gli occhi, il cuore, la mente, vorrei fartene dono, così che tu possa ancora una volta, una volta soltanto, “sentire” il tuo mondo. Così stringo la tua mano, è la stessa in cui mi sono rintanata innumerevoli volte, ci ho versato lacrime, ci ho riso di gioia pura. 
Non ti lascio. 
Le vedi queste mura porose? E' la tana che tu hai costruito e mantenuto con infinita cura, giorno dopo giorno. I fatti hanno riempito le nostre esistenze, i silenzi erano conferme di cose già acquisite, la “casa” eravamo Noi.

E tu, che sei partito molto prima del tuo corpo, hai portato via con te la quiete del mio nido e quel senso di pace che solo le radici profonde, sanno dare.  

martedì 11 febbraio 2014

Le cose che contano

La luce gialla, quella che “abita” la casa. Quella che illumina il quadro vivo, in movimento. Tutto scorre dentro una finestra, tutto può essere il sunto perfetto, completo, di un'intera esistenza.
I capelli non sono mai in ordine, li tira dietro, li imprigiona nel fermaglio di metallo. E' una sorta di autopunizione, un rimprovero costante a se stessa, per non riuscire ad essere “in ordine”, per non essere “perfetta” come la tipa del terzo piano (le donne che dominano l'umidità ed il tempo attraverso i loro capelli, sono davvero insopportabili). Non sa di essere bella e, probabilmente, se ne fosse consapevole, smetterebbe di esserlo. La bellezza sta in quelle cose vere, delicate e inconsapevoli. Parla al canarino che abita nella gabbia verde, sgrana gli occhi davanti la televisione, sorride al figlio. Sempre. La sera, quando la luce gialla chiude gli occhi, fuma la sua sigaretta appoggiata con i gomiti sul davanzale. E canta. Lo fa piano, ma con chiarezza... una bimba canta la canzone antica della donnaccia, quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia”... Ha passato la sua vita a non far rumore, ed è riuscita a smuovere grandi cose. I suoi giorni sono andati “storti”- come i suoi passi - uno dopo l'altro, e la sua fermezza non ha vacillato mai.

E' giovane, è sola, è l'equilibrio più azzeccato che la natura sia riuscita a creare.

martedì 4 febbraio 2014

Te lo dirò in un'altra vita, quando saremo tutti e due gatti


A volte cerco di guardare nella loro direzione e non ne trovo mai la fine.
E' così che dovrei fare... per potermi lasciare alle spalle.